Sonata in Mi, su sonetto “Preghiera”

Sonata per Violino - Preghiera

Questa sonata nasce prendendo ispirazione dal mio sonetto “Preghiera”.

Il suo contenuto, infatti, descrive i sentimenti di malinconia, solitudine e amore filantropico che pervadono la lirica, in particolare questo si può riscontrare nel carattere del primo e del secondo tema. Da notare inoltre come l’introduzione presenta del materiale che verrà utilizzato a poco a poco in tutto il brano e scelga un carattere ambiguo, quasi atonale, ma in realtà saldamente impiantato nella tonalità di mi.
Sottolineo soltanto alcune caratteristiche di carattere grafico, lasciando all’interpretazione personale dell’esecutore ogni riflessione sul brano e ogni comparazione col testo poetico.

Nelle battute 83-86 e 90-94 le note sul pentagramma sono rimpicciolite rispetto alle altre; la motivazione risiede nel carattere di citazione che queste assumono (citano infatti il primo tema), rendendo anche visivamente l’effetto musicale del pianissimo pizzicato.

Inoltre, nelle ultime due battute, la scrittura si trasforma in brevi ab libitum; tale scrittura vuole essere un omaggio alla musica liturgica (in particolare al Canto Gregoriano) che non solo viene spesso trascritta proprio con tali valori, ma utilizzava spesso il modo dorico ivi citato. Infatti, nella battuta 160, la linea che si dipana sopra il pedale di dominante, oltre a scaturire dall’incipit del primo tema rovesciato (mi-fa-sol, sol-fa-mi) è una vera e propria definizione della scala dorica, omaggio appunto all’antico canto cristiano.

Per quanto riguarda il Sonetto, invece, la forma e il contenuto sono strettamente connessi. Come è noto, le quartine del sonetto (a causa appunto del numero 4) erano considerate legate all’uomo e alla sua finitezza nonchè alla materialità e alla figura geometrica del quadrato, mentre le terzine a Dio, all’infinito, alla spiritualità e al cerchio.

Per questo motivo il testo risente fortemente di una netta diferenziazione fra quartine e terzine. Nelle prime, infatti, il discorso si conclude con la fine della quartina stessa, il linguaggio è più semplice e il contenuto principale è l’uomo nel suo anelare e vagheggiare. Nelle terzine, invece, il discorso fluisce da una all’altra rimandando alla ciclicità del cerchio e lo stile si fa più elevato; inoltre l’attenzione si sposta sulle capacità intellettive e spirituali dell’uomo, quelle capaci di fargli trascendere la propria materialità e giungere oltre se stesso.