Stefano, la promessa della musica che a 25 anni fa il tutto esaurito

L’opera prima di Teani in scena con successo in Austria – Ha cominciato a suonare a 8 anni e collaborato con Muti

Rossella Lucchesi

LUCCA. Lo scorso 3 gennaio ha compiuto 25 anni e ha ricevuto il regalo più bello che potesse aspettarsi: la messa in scena della sua prima opera lirica, rappresentata in anteprima mondiale in un grande teatro con il tutto esaurito. Una serata indimenticabile per il giovane musicista e compositore lucchese Stefano Teani, promessa della musica classica internazionale, richiamato più volte sul palco del Festspielehaus nella città di Erl in Austria, per ricevere gli applausi del pubblico al termine della rappresentazione dell’opera “Maximilian” scritta a quattro mani con Beomseok Yi su libretto di Robert Prosser.

È la storia dell’imperatore Massimiliano I di Asburgo, il secondo imperatore asburgico del Sacro Romano Impero, amante della bella vita, delle arti, ma soprattutto delle donne, del quale quest’anno si celebra il cinquecentenario della morte. Un’opera complessa nella stesura e nell’esecuzione che però è riuscita a convincere il pubblico e la critica, spalancando le porte del successo al giovane artista lucchese che sin da bambino vive di pane e musica.

Inizia infatti nel 2002, all’età di otto anni, il viaggio di Stefano Teani nel mondo delle sette note. La musica gli piace e vorrebbe imparare a suonarequel pianoforte nel salotti di casa, acquistato anni prima per la sorella Elena che poi si è trasferita a Londra per lavorare nella finanza.

In genitori assecondano il suo desiderio e lo iscrivono alla scuola Sinfonia che frequenta per cinque anni, seguito dalla professoressa Nadia Lencioni. Nel 2007 il passaggio al Boccherini, dove studia con Maria Gloria Belli, una delle più apprezzate docenti dell’istituto. Ma non gli basta interpretare la musica. Desidera comporla seguendo le proprie emozioni. Chiede consiglio alla sua insegnante e a Renzo Cresti, all’epoca direttore del conservatorio lucchese che lo affida al collega Pietro Rigacci. Dopo soli otto mesi supera brillantemente l’esame di ammissione alla classe di composizione, studiando giorno e notte, perché frequenta il Vallisneri e deve pensare anche alla maturità. Si iscrive alla facoltà di filosofia a Pisa, ma dopo quattro anni e metà degli esami superati, molla la scuola e si getta a capofitto nella musica. Ha capito che quella sarà la sua strada.

Non appartiene a una famiglia di musicisti, Stefano. Solvato il bisnonno si dilettava con l’armonium e dirigeva un coro. Il padre Vasco lavora in banca e la mamma Clara Saponati in un’azienda farmaceutica. L’altra sorella, Roberta, per un po’ ha studiato chitarra, poi si è impiegata in una cartiera. Nel 2014 arriva il diploma in pianoforte e tre anni dopo quello in composizione. Poi tante esperienze in Italia e all’estero con maestri del calibro di Aquiles delle Vigne, Azio Corghi, Mauro Bonifacio e Riccardo Muti che lo sceglie tra 150 candidati per lavorare su Traviata. Tempo libero ne resta poco. Quanto basta per coltivare la passione per le arti marziali che pratica sin da bambino «utile, dice, per imparare la disciplina e concentrarsi sugli spartiti e sui dettagli di una performance musicale». Una carriera promettente, quella di Stefano Teani che, dopo il successo di Maximilian, punta soprattutto sulla composizione, mentre sogna di diventare direttore d’orchestra e dirigere Tosca di Giacomo Puccini «il compositore che apprezzo di più, commenta perché le sue melodie sono uniche e perché lo ritengo un vero innovatore. Peccato però che Lucca non lo celebri come meriterebbe, dedicandogli ogni anno una stagione. Puccini, aggiunge, è stato l’ultimo vero operista. Dopo lui poche hanno avuto successo, a causa di una frammentazione di linguaggi ed estetica e dell’assenza di correnti di pensiero». Qualche piccola esperienza – sul podio del Boccherini – c’è già stata, ma a stimolarlo è il Maestro Gustav Kuhn con cui collabora da anni «che ringrazio per aver creduto in me, affidandomi la stesura e l’orchestrazione dell’opera, conosciuto attraverso il musicista e compositore Girolamo Deraco, docente del corso di Cluster intitolato a Giacomo Puccini, grazie al quale lo scorso maggio ho messo in scena «S’è desta» il mio primo esperimento operistico». La strada di Stefano Teani – armonicamente si ispira a Ravel e Skriabin – è dunque tracciata e chissà se un giorno potrà esibirsi insieme alla fidanzata Agnese che sta per diplomarsi in flauto al Boccherini.