Tre Canti delle Pietre di Stazzema

Tre Canti delle Pietre di Stazzema- Partitura (trascinato)

Tre Canti delle Pietre di Stazzema

nasce nella primavera 2014  per essere eseguito nella chiesa di Sant’Anna di Stazzema. Il suo intento è dunque quello di raccontare, seppur in modo particolare, il noto eccidio nazista.

Il brano è diviso in tre canti, ciascuno indipendente ma indissolubilmente legato agli altri.
Il primo muove dall’idea di poter evocare lo spirito, cioè il ricordo ancora vivo, che hanno serbato le mute pietre di Stazzema, presenti allora come oggi.
Il secondo è una preghiera e, al tempo stesso, un’accusa che le Pietre muovono con vigore allo Spirito Universale, domandando pietà e recriminando per quanto accaduto.
Nella transizione che va dal secondo al terzo brano, i lunghi accordi dell’organo hanno la funzione simbolica di descrivere l’apparizione dell’invocato Spirito Universale che, nel terzo e ultimo canto, appare, risponde e redime.

Alcune particolarità a livello grafico e interpretativo. Il primo brano presenta una sorta di cadenza iniziale per Clarinetto solo. Questa simboleggia la strage vista dagli “occhi” delle Pietre. Evidentemente non ho posto l’accento sulla strage in sé quanto sugli effetti emotivi che ciò provoca nei testimoni muti, effetti descritti dal resto del primo canto.

Nel secondo l’andamento è circolare, con un iniziale ostinato e poi un’alternanza accordale ciclica, come se l’invocazione fosse un rituale vero e proprio. La presenza di semibrevi e minime, inoltre, allude graficamente alle protagoniste del rituale, le Pietre. Questo brano non presenta tonalità in quanto ho voluto attribuire una forte corrispondenza fra l’armatura in chiave e il concetto ivi descritto, dando luogo a:

– Descrizione della tragedia (I canto), Minore

– Accusa a Dio (II canto), Atonale

– Perdono (III canto), Maggiore